Il Governo Italiano supporta UNRWA a Gaza e Cisgiordania con due progetti per 2 milioni di EURO

Gerusalemme, Marzo 2018 – Lo scorso 20 Marzo si è svolta la cerimonia di firma di due diversi accordi di progetto finanziati dal Governo Italiano in favore dell’Agenzia UN Responsabile per i profughi palestinesi UNRWA. Il contributo italiano servirà a creare opportunità di lavoro e training professionali, oltre a garantire interventi per la parità di genere nelle scuole UNRWA in Cisgiordania.

La prima iniziativa, per un ammontare di 1,35 milioni di euro, ha lo scopo di generare opportunità di lavoro a breve termine e fornire corsi di formazione attraverso due diversi Centri di formazione professionale UNRWA a Gaza, nel corso del 2018. Il contributo intende anche rafforzare il programma di Formazione Lavoro a Gaza con l’obbiettivo di generare occupazione sul breve periodo per le fasce di rifugiati maggiormente vulnerabili.

Il secondo contributo italiano, pari a 650,000 euro, interviene a sostegno di un progetto pilota per la promozione della parità di genere nelle scuole UNRWA della Cisgiordania. Il rispetto dei diritti delle donne e delle ragazze è strettamente correlato al mandato di UNRWA in favore dei rifugiati palestinesi, in considerazione dei rischi che la componente femminile della società vive nella realtà palestinese.

L’Italia vanta una lunga e duratura storia di supporto a UNRWA nella regione, per un impegno totale pari a 91,762,678 EURO dal 2007. Nel 2017, il Governo Italiano ha supportato UNRWA con oltre 12 milioni di EURO e prevede di contribuire analogamente anche nel 2018.

La firma degli accordi di progetto è stata siglata dal Console Generale d’Italia a Gerusalemme Fabio Sokolowicz e dal Rappresentante UNRWA Ms. Francoise Vanni, alla presenza del Rappresentante AICS Gerusalemme Cristina Natoli.

Scuole di resilienza a Gerico

6 Marzo 2018 – Martedì Scorso, nel Quadro del Progetto Emergenza “Schools of resilience; support to the protection mechanisms for the children in the Jordan Valley (Area C)”, si e svolto un evento di visibilità al Palazzo del Governatorato di Gerico, con lo scopo di valorizzare i risultati raggiunti dall’iniziativa finanziata dall’AICS Gerusalemme.

Cristina Natoli, Responsabile della Sede AICS di Gerusalemme, ha partecipato all’incontro e condiviso soddisfazione per il progetto di AVSI, i cui risultati sono stati dimostrati dal trasporto con cui diversi partner di progetto hanno peso la parola e raccontato quanto l’iniziativa ha avuto impatto su loro e il proprio lavoro.

Il progetto si prefigge lo scopo generale di migliorare i meccanismi di protezione per la prevenzione della violenza di genere in Palestina.

 

Presentazione dello studio sui diritti dei minori nel processo minorile in Palestina

Ramallah, 7 Febbraio 2019 – I diritti del minore nel processo giovanile sono al centro dell’intervento della Cooperazione Italiana nei Territori Palestinesi, attraverso progetti di sviluppo realizzati con la Procura Generale Palestinese e in partnership con i Ministeri di Educazione, Sviluppo Sociale e Governo Locale. Uno studio analitico e comparativo è stato elaborato nel quadro del progetto AICS Karama e presentato da un parterre di partner e tecnici del settore stamani a Ramallah, tra cui si segnalano i Ministri Palestinesi e gli esperti italiani del Dipartimento Minorile e di Comunità del Ministero di Giustizia Vincenzo Starita e Donatella Caponetti, già coinvolti dal progetto per analizzare il contesto giuridico-sociale e l’eventuale introduzione dell’istituto della “messa alla prova” in Palestina.

Il supporto italiano al settore della giustizia minorile palestinese si è tradotto all’interno di Karama in attività di assistenza tecnica per i funzionari del settore, per assicurare una piena ed effettiva tutela dei diritti dei minori in conflitto con la Legge ed in particolari formazioni ad hoc per accrescere le competenze dei pubblici ministeri specializzati. Dall’adozione nel 2014 della Convenzione sui Diritti del bambino, che celebra nel 2019 i suoi trent’anni, in Palestina grossi passi sono stati fatti nel solco di una effettiva promozione dei diritti umani per il minore, anche grazie all’azione italiana.

La titolare della Sede AICS di Gerusalemme Cristina Natoli ha evidenziato nel suo intervento quanto le attività realizzate da Karama siano state decisive nella stesura dello studio, “capace di affrontare le incongruenze tra normative e relative applicazioni, con lo scopo ultimo di migliorare la gestione del processo minorile e suggerire integrazioni alla Legge n. 4 del 2016, che ne regolamenta le procedure nei Territori Palestinesi”.

Hanno partecipato alla conferenza i Rappresentanti delle Agenzie di Cooperazione dei paesi partner e delle Agenzie UN, i funzionari dei ministeri palestinesi coinvolti nel settore della giustizia minorile e le organizzazioni della Società Civile italiane, internazionali e palestinesi. Un vivace dibattito ha animato la seconda parte della presentazione, dimostrando l’importanza e la necessità della cooperazione tra i vari attori che operano nel Sistema della Giustizia Minorile in Palestina.

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Un Master per i futuri operatori della Cooperazione allo Sviluppo in Palestina e non solo

Betlemme, 7 Settembre 2018 – Questa mattina, nella Furno Hall dell’Università di Betlemme, si è svolta l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2018-2019 del Master in International Cooperation and Development MICAD, unico corso di specializzazione post-universitario in Palestina per la formazione professionale nel settore della Cooperazione allo Sviluppo.

Introdotti dal Preside della School of Business Administration e Direttore del Master Fadi Kattan, la cerimonia ha visto succedersi gli interventi e gli auguri per un proficuo corso di studi del Vicerettore della Bethlehem University Rev. Br. Peter Bray, del Vicepresidente delle Relazioni Accademiche Dr. Irene Hazou, del Console Generale d’Italia Fabio Sokolowicz e della Direttrice della sede AICS di Gerusalemme Cristina Natoli.

I progetti della cooperazione Italiana e il suo operato, protagonisti della cerimonia, sono stati illustrati con una presentazione apposita e un video di 28 minuti dalla Direttrice AICS Cristina Natoli, che ha potuto spiegare tanto la struttura dell’aiuto italiano in Palestina quanto i principali settori di intervento, i partner, le finalità e infine l’impegno per il territorio e la comunità di Betlemme.

Il Master MICAD dura 24 mesi ed è pensato per completare un percorso di studi in vista dell’ingresso nel mondo del lavoro o integrare la propria preparazione professionale. Vanta all’attivo diversi partner tra cui molti italiani, come l’Universita’ di Pavia (che guida un gruppo di sei partner istituzionali), l’OSC VIS e la CEI.

 

 

10 anni del centro anti violenza Mehwar

Beit Sahour, 26 Marzo 2018 –  Il Centro anti-violenza Mehwar, insieme al Ministero dello Sviluppo Sociale e alla presenza dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo AICS, hanno celebrato i 10 anni dalla sua istituzione. Fin dall´inizio, il Centro Mehwar è stato riconosciuto come la prima struttura dedicata specificamente alla protezione delle donne vittime di violenza nei Territori Palestinesi.

La Rappresentante di AICS Gerusalemme Cristina Natoli ha evidenziato il ruolo di AICS nell’istituzione del Centro nel 2001. È stata infatti una maternità condivisa con il Ministero dello Sviluppo Sociale, finalizzata alla protezione e all’empowerment delle donne e delle famiglie. L´esperienza del Centro Mehwar è divenuta un´eccellenza nazionale e un esempio ispiratore a livello regionale. Ha inoltre contribuito all’adozione di quadri normativi che assicurino il rispetto del diritto delle donne vittime di violenza a vivere in un ambiente sicuro e con dignità, in cui non c’è spazio per l’impunità dei colpevoli.

Il Direttore Vicario Leonardo Carmenati in missione nei Territori Palestinesi

Gerusalemme, 13 Ottobre 2018 - Leonardo Carmenati, Direttore Vicario dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si è recato nei giorni 11 e 12 Ottobre nei Territori Palestinesi allo scopo di visitare progetti e partecipare alla cerimonia di firma per un accordo di progetto.

Accompagnato dalla Titolare di Sede Cristina Natoli, il Direttore Carmenati si è recato nel Sud della Cisgiordania per visitare le strutture ospedaliere del Governatorato di Hebron, dove si registra una domanda di ospedalizzazione particolarmente elevata. Per questo motivo, grazie ad un credito di aiuto di 10 milioni di euro, la Cooperazione Italiana sta costruendo due Ospedali, a Dura e Halhoul, il primo dei quali si trova in stato di avanzamento dei lavori di costruzione (dovrebbe essere completato a Febbraio 2020). La visita è proseguita con un incontro all’Ospedale di Hebron e Beit Jala, anch’essi interessati da interventi italiani, sia sul canale bilaterale che attraverso il lavoro di ONG italiane. AICS Gerusalemme risulta lead donor nel quadro del lavoro di Programmazione Congiunta dell’Unione Europea e finanzia attualmente un programma sanitario per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro.

A Betlemme il Direttore Carmenati, insieme al Segretario Generale del MAECI Elisabetta Belloni e al Direttore Generale della DGCS Giorgio Marrapodi, ha poi visitato la Chiesa della Natività, dove un dono italiano da 1 milione di euro consentirà interventi restaurativi e attività di formazione. La basilica di Betlemme costituisce una delle principali attrazioni turistiche della Cisgiordania, con questo progetto si intende intervenire per lo sviluppo economico palestinese, altro settore strategico della Cooperazione Italiana, che vanta un pacchetto di progetti in corso per un valore complessivo di oltre 75 milioni di euro.

Un’ultima visita ha riguardato il centro Mehwar di Bet Sahour, sostenuto attraverso diversi interventi italiani nel corso degli anni, che si è affermato quale struttura di eccellenza per il trattamento dei casi di violenza di genere, diventando un riferimento centrale per la costruzione delle politiche nazionali di protezione. Il Programma di AICS Gerusalemme per i diritti umani e l’uguaglianza di genere in Palestina consta di 10 iniziative in corso (5 sul canale bilaterale e 5 su quello multilaterale), per un ammontare complessivo di oltre 16 milioni di euro.

La visita del Direttore Carmenati si è conclusa con la partecipazione alla cerimonia di firma per un accordo di progetto sul canale multilaterale, SAGA (SAlute rifugiati GAza – Iniziativa volta alla fornitura di servizi sanitari di base in favore dei rifugiati della Striscia di Gaza), in partnership con UNRWA. Questa iniziativa, per un valore di 2 milioni di euro, provvederà alla fornitura di servizi sanitari di base in favore dei rifugiati della Striscia di Gaza, in particolare per prestazioni nei centri medici UNRWA e cure primarie basate sulla medicina di famiglia nei campi rifugiati della Striscia. A siglare il documento, alla presenza del Console Generale d’Italia a Gerusalemme Fabio Sokolowicz e alla Titolare di Sede AICS Cristina Natoli, sono stati il Commissario Generale di UNRWA Pierre Krähenbühl e l’Ambasciatore Elisabetta Belloni, Segretario Generale MAECI.

 

Opportunità lavorative paritarie e dignitose per le donne di Cisgiordania e Gaza grazie a Cooperazione Italiana, UN Women e ILO

Ramallah, 30 Maggio 2018 – La cooperazione italiana, insieme con Un Women e l’International Labour Organization (ILO) ha lanciato stamani un nuovo programma dal titolo “Promoting Women’s Equal Access to Economic Opportunities and Decent Work in Palestine” (Programma DECENT WORK) al Gran Park Hotel di Ramallah. Oltre 80 ospiti da Ministeri palestinesi, missioni diplomatiche, Agenzie UN, organizzazioni della società civile, dell’università e altri partner hanno preso parte alla cerimonia di lancio.

Il Programma Decent Work, della durata di un anno e per un ammontare complessivo di 500,000 euro, intende promuovere dignitose e paritarie condizioni di lavoro per le donne palestinesi e difendere i diritti del lavoro attraverso il rafforzamento di leggi rilevanti, policies e condizioni di mercato. Il programma si focalizza tanto sul potenziamento di capacita tecniche e sull’assistenza finanziaria a donne imprenditrici quanto sullo scambio e sul trasferimento di queste capacità ad altre donne, allo scopo di moltiplicare le possibilità di estendere condizioni di lavoro dignitose. Le donne beneficiarie saranno collegate a finanziatori e settore privato per rendere sostenibile il proprio business e allo stesso modo investire in nuove iniziative.

Cristina Natoli, Rappresentante della Sede AICS di Gerusalemme, ha sottolineato che “proprio attraverso l’indipendenza economica le donne possono dare una direzione alle proprie vite e un proprio contributo alla comunità per un effettivo sviluppo”.

Il programma sarà realizzato in partnership da UN Women e ILO. L’elenco dei partner di progetto include anche i Ministeri palestinesi delle Donne e del Lavoro, organizzazioni locali e istituzioni del settore privato.

 

E’ Italiana la prima Breast Unit in Palestina: diagnosi e terapia del tumore al seno ora disponibili per migliaia di donne secondo i migliori standard europei

Beit Jala, Domenica 9 Dicembre 2018 - Nei primi due mesi seguite oltre 300 donne grazie a un progetto voluto dalla Ong Elis e l’Agenzia per la Cooperazione allo sviluppo con la collaborazione dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. In un anno si potranno curare il 40 per cento di tutti i casi di tumore al seno direttamente in patria senza dover andare all’estero per curarsi

“Da oggi anche in Palestina è possibile effettuare tutti gli esami diagnostici, dalla ecografia alla mammografia, alla biopsia, per lo screening del tumore al seno e ottenere i risultati entro una settimana e in caso di diagnosi di neoplasia intervenire subito”. Le parole di Nafez Sarhan, direttore della prima Breast Unit palestinese presentata domenica 9 dicembre a Beit Jala (Betlemme) sintetizzano bene l’enorme passo in avanti fatto dalla sanità palestinese che si allinea ai più alti standard europei grazie a un importante progetto di cooperazione internazionale.

Le donne palestinesi che sospettano un tumore alla mammella o vogliano prevenirlo non dovranno più aspettare mesi e recarsi all’estero per curarsi (per lo più in Giordania e Israele o addirittura in Europa, con trasferte che potevano durare anche mesi e avere notevoli costi): ora possono farlo presso il primo e unico centro senologico multidisciplinare del proprio Paese nell’ospedale di Beit Jala grazie alla collaborazione tra l’Ufficio di Gerusalemme dell’AICS - Agenzia Italiana della cooperazione allo sviluppo, Elis Ong che ha elaborato il progetto e Università Campus Bio-Medico di Roma che ha fornito i suoi medici e l’esperienza della Breast Unit attiva presso il suo policlinico universitario. Insieme al ministero della Sanità del governo palestinese hanno disegnato gli ambienti, organizzato le attività secondo i protocolli più attuali e formato i professionisti locali con training in loco e a Roma presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, portando la senologia palestinese al livello delle Breast Unit europee, previste dall’Unione Europea sin dal 2003.

“Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto – ha dichiarato Davide Lottieri, vicepresidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma - perché si inserisce perfettamente nelle linee strategiche dell'Università. Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e cooperare insieme agli altri. In questo senso il prossimo anno inaugureremo un corso di laurea in medicina e chirurgia in inglese, con un titolo riconosciuto a livello internazionale, e ospiteremo a Roma studenti da tutto il mondo”.

“Siamo felici di aver contribuito, attraverso la creazione della Breast Unit, ad un progresso concreto nella sanità palestinese che da tempo sta puntando alla lotta al tumore al seno – ha ricordato il Vicepresidente di dell'Associazione Centro ELIS Daniele Maturo.
La Ong ELIS ha come impegno la riduzione della sofferenza in varie popolazioni, con interventi calibrati sulle specifiche esigenze di ciascun Paese. Oltre alla Palestina, ELIS è oggi presente in Costa d'Avorio, Nigeria e Tunisia con progetti di promozione sociale, formazione al lavoro e lotta alla migrazione irregolare, con particolare attenzione alle donne ed ai minori non accompagnati. La Ong ELIS è anche attiva in Vietnam, dove sta lavorando per la promozione, con le scuole locali, di un modello di alternanza scuola-lavoro al fine di favorire nel Paese l'occupazione giovanile".

"La Cooperazione allo sviluppo – ha dichiarato Fabio Sokolowicz Console Generale della Repubblica Italiana - rappresenta storicamente uno dei principali strumenti di cooperazione tra Italia e Palestina, in particolare nel settore della salute, dove investiamo impegno economico e professionale, e che ci vede leader nel quadro della programmazione congiunta con gli altri Stati Membri dell'Unione Europea."

"Attualmente – ha spiegato Cristina Natoli, direttore della Sede AICS di Gerusalemme - finanziamo progetti di cooperazione nel settore della salute per oltre 35 milioni di euro. Stiamo costruendo due ospedali nel Governatorato di Hebron attraverso una linea di credito di aiuto di 10 milioni di euro, partecipiamo dal 2008 al Programma Multidonatore PEGASE per il supporto agli ospedali palestinesi di Gerusalemme Est e abbiamo negli ultimi 5 anni realizzato tre programmi per un totale di 20 milioni di euro volti alla prevenzione delle malattie croniche non-trasmissibili e al miglioramento dei servizi sanitari di base."

“La Breast Unit è l’emblema della condivisione delle esperienze tra medici, specialisti e tecnici di radiologia di due popoli: italiano e palestinese – ha detto Jawad Awwad, ministro della Salute della Palestina - Questo ha permesso di introdurre, per la prima volta in Palestina nuove metodiche che hanno portato risultati eccezionali, dimostrando l’importanza della comunicazione e della condivisione al di là delle differenze culturali. Qui in Palestina non può che renderci onore poter fornire alla popolazione un servizio paragonabile agli standard italiani ed europei”.

Il reparto dell’ospedale di Beit Jala, recentemente ristrutturato e adattato, può contare su un Ecografo, un Mammografo con Tomosintesi e sistemi informatici. Nei suoi primi mesi di attività ha visto lo svolgimento di corsi di formazione in Italia e in Palestina per il personale medico, paramedico, tecnico ed amministrativo palestinese; sono state effettuate ricerche congiunte sulla patologia; e attività di sensibilizzazione sulla malattia.

Il progetto punta a seguire almeno 150 pazienti l’anno in tutte le fasi del percorso diagnostico-terapeutico (diagnosi, trattamenti e controlli programmati successivi) pari a circa il 40 per cento di tutti i casi di tumore al seno (387 nel 2014, secondo il ministero della Sanità palestinese). I numeri della Breast Unit palestinese sono in costante crescita: solo nei primi due mesi di attività la Breast Unit di Beit Jala ha aiutato più di 300 donne di tutta la Palestina a verificare  precocemente  la presenza di un tumore e a intervenire tempestivamente, facendo al tempo stesso risparmiare alla sanità palestinese l’equivalente di oltre duecento mila dollari per le sole indagini diagnostiche. Di esse circa 26 hanno scoperto di avere un cancro al seno in fase precoce.

Sul fronte della prevenzione 130 di esse hanno effettuato più di un esame e circa 30 hanno potuto, per la prima volta in assoluto in Palestina, effettuare l’esame stereotassico delle microcalcificazioni, che nella maggior parte dei casi portano a un tumore. Prima dell’apertura della Breast Unit le donne palestinesi che volevano effettuare screening oncologici dovevano aspettare tra 4 e 6 mesi, un lasso di tempo in cui le condizioni di salute possono aggravarsi seriamente. In Cisgiordania il cancro è causa diretta di circa il 13,7% dei decessi totali e il tumore al seno è la neoplasia più frequente, con una percentuale di casi pari al 16,9% del totale: per questo la prevenzione è la sola arma per combatterlo efficacemente e salvare vite umane.

“Nei mesi scorsi ci siamo impegnati per trasferire l’esperienza della Breast Unit del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico a medici e infermieri palestinesi – ha ricordato Vittorio Altomare, responsabile della Breast Unit romana e direttore scientifico del progetto – Il nostro è stato un percorso scientifico e umano molto ricco, che ha permesso di colmare un vuoto molto importante nella sanità palestinese, un ritardo che riguarda anche alcune regioni italiane che non hanno ancora individuato le loro Breast Unit. I medici e gli infermieri palestinesi hanno accolto con entusiasmo l’impostazione multidisciplinare delle Breast Unit europee. Noi continueremo a essergli vicini per accrescere questo patrimonio e portare il loro tasso di guarigione ai livelli delle donne europee. Nei prossimi mesi infatti apriremo un reparto di ricovero dedicato alle donne, daremo il via all’utilizzo della tecnica a ultrasuoni intraoperatoria per la chirurgia oncoplastica, acquisiremo una nuova tecnica per l’individuazione del linfonodo sentinella. Insieme daremo vita a uno studio scientifico e infine, nel marzo 2019, terremo il secondo convegno congiunto italo-palestinese presso la sede dell’Università Campus Bio-Medico di Roma”.

E l’avvio della Breast Unit a Beit Jala è anche una grande esperienza di umanità, in una comunità in cui sta crescendo la consapevolezza del valore della prevenzione: “La Breast Unit ha portato un grande cambiamento nel nostro paese – ha spiegato Nida Khalil, tecnica di radiologia e operatrice della Breast Unit di Beit Jala – appena una donna sospetta un problema al seno noi oggi possiamo effettuare una biopsia, conoscere lo stadio della malattia e come curarla. Sono andata personalmente nei mercati e per le strade e ho invitato le donne a utilizzare il nostro centro per fare prevenzione e curarsi”.  Tra le donne che sono già passate attraverso le cure dei medici della Breast Unit di Beit Jala sono grandi l’entusiasmo e la riconoscenza per un percorso diagnostico e di cura rapido e impensabile fino a pochi mesi fa.

 

 

AICS Gerusalemme a sostegno del Sistema Sanitario Palestinese

Gerusalemme, 13 Giugno 2018 – Con un finanziamento di 300.000 euro finalizzato al rafforzamento del sistema sanitario palestinese nelle sue componenti di medicina di famiglia, del sistema informativo e analisi dei dati e del registro tumori, prosegue l’impegno italiano in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Palestina (WHO) a supporto del Ministero della Salute Palestinese.

Questo nuovo accordo, siglato dal Console Generale d’Italia Fabio Sokolowicz e dal Rappresentante WHO in Palestina Gerald Rockenschaub, alla presenza del titolare della Sede AICS di Gerusalemme Cristina Natoli, si pone in continuità con altre due iniziative, realizzate nel 2016 e nel 2017 per un valore complessivo di 980.000 euro, rivolte a potenziare il sistema informativo del Ministero della Salute palestinese e a rafforzarne i servizi per la copertura sanitaria universale.

Più in generale, gli accordi con il WHO si inscrivono in un ampio programma sanitario della Sede AICS di Gerusalemme, che vanta un ruolo di Lead Donor nell’ambito della Programmazione Congiunta Europea e una stabile partnership con il Ministero della Salute, cui rientrano anche il Programma bilaterale RING approvato a Settembre 2017 (11,5 milioni di euro), il Supporto al Programma Europeo PEGASE (3 milioni di euro approvati per il triennio 2017-2019) e il Credito di Aiuto per la costruzione di due ospedali nel Governatorato di Hebron (10.000.000 euro).

 

Incontri protetti e servizi di mediazione per genitori separati con figli nel Governatorato di Nablus

Nablus, 28 Giugno 2018_Il Centro Palestinese per la Democrazia e la Soluzione dei Conflitti (PCDCR), all’interno del programma IRADA (Women Informing Responses for their Agency, Development and Advocacy) finanziato da AICS Gerusalemme, ha inaugurato uno spazio di incontro e supporto per genitori non affidatari con i propri figli, alternativo alle stazioni di polizia o ai tribunali ma da essi riconosciuto.

All’evento sono intervenuti per PCDCR il Direttore Ahmad Abu-Ayesh, per AICS la responsabile del settore Gender Guia Faglia, alcuni giudici sciaraitici che lavorano alla mediazione dei casi, la rappresentante della Family Defense Society Suad Shtiwi e le rappresentanti delle 7 organizzazioni femminili di base che si sono costituite nei villaggi interessati dall’intervento.

Al centro della cerimonia sono state le testimonianze delle donne che hanno visti riconosciuti i propri diritti all’interno del conflitto famigliare, con una forte componente di genere su questioni di violenza, eredità, libertà nell’uscire da casa e nell’uso del proprio tempo. Si tratta di un processo che ha promosso l’empowerment femminile coinvolgendo l’intera comunità, e che in una località ha portato alla partecipazione di una donna nel Village Council.