Forum dell’Apicoltura del Mediterraneo al tempo dei cambiamenti climatici: oltre 400 partecipanti, tantissime donne

È stato un successo il decimo Forum dell’Apicoltura del Mediterraneo, tenutosi a Ramallah in Palestina il 30 novembre e il primo dicembre 2019. Una presenza nutrita, oltre 400 partecipanti di qui 150 donne e moltissimi giovani, nonostante le difficoltà: lo Stato di Israele non ha rilasciato visti di ingresso ai rappresentanti di Marocco, Tunisia, Giordania, Iraq, Albania e Cipro Nord, parte della rete regionale nata nel 2007 su iniziativa dalla Federazione degli Apicoltori del Mediterraneo (Fed Apimed).

Un successo che si inserisce all’interno del progetto Bee the Change realizzato da Felcos Umbria tra Ramallah e Jenin e  finanziato da Aics – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Regione Umbria: in corso da oltre un anno, il progetto punta alla promozione delle opportunità di lavoro e reddito per giovani e donne nelle campagne delle due città palestinesi, attraverso il sostegno all’apicoltura e alla filiera delle piante aromatiche e officinali.

«L’apicoltura mediterranea è una risorsa importante sia dal punto di vista economico sia da quello ecologico e ambientale», aveva spiegato nei giorni precedenti al Forum Vincenzo Panettieri, presidente di Fed Apimed. Che, ora, a conclusione del decimo appuntamento mediterraneo ne celebra i risultati, a fronte di cambiamenti climatici pericolosi che mettono a rischio le api e gli ecosistemi globali: «Le due giornate di comunicazioni e proposte sia scientifiche che tecniche ci consegnano molti elementi sui quali continuare a lavorare – spiega Panettieri – Di grande qualità sono state le relazioni presentate in ognuna delle quattro sessioni (clima, produzione e mercato, nuovi orizzonti, politiche per l’apicoltura). Molto interessante il serrato e animato dialogo, avviato tra istituzioni locali e mondo dell’apicoltura palestinese, che il Ministero dell’Agricoltura si è impegnato a coordinare e rendere permanente».

«Abbiano vissuto questo evento con passione e interesse e abbiamo conseguito risultati oltre le nostre aspettative. Non sottovaluto infine il particolare e difficile contesto palestinese per il quale, ancora una volta, non è stata possibile la partecipazione della totalità dei membri di Apimed; tuttavia non cesseremo, come Federazione Mediterranea, di lavorare perché anche questa difficoltà possa, nel nostro futuro anche prossimo, essere un ricordo del passato».

Tra gli stand della mostra fieristica che esponevano la produzione locale, barattoli di miele arrivati da tutta la Palestina, da Gaza a Nazareth, la rete degli apicoltori del Mediterraneo si è incontrata di nuovo per condividere esperienze e conoscenze, ma soprattutto per mettere sul tavolo le questioni più pressanti per il settore e individuare strategie di intervento: l’innalzamento delle temperature a livello globale, l’inquinamento, la desertificazione, un rischio serissimo per le api e per gli ecosistemi in cui vivono.

Il Forum, la cui prima edizione risale al 2007 e che in questi anni si è mosso tra Italia, Marocco, Libano, Tunisia e Algeria, è stato aperto dagli interventi del ministro dell’Agricoltura palestinese Riad Attari, del console italiano a Gerusalemme Riccardo Filippo e di Veronica Bertozzi per l’Ufficio AICS di Gerusalemme.

Con il patrocinio del presidente Palestinese Mahmoud Abbas, organizzato da Apimed, Felcos Umbria, Ministero dell’Agricoltura Palestinese, nell’ambito del progetto Bee the Change, finanziato da Aics – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dalla Regione Umbria, per due giorni la rete di apicoltori del Mediterraneo, le cooperative, le associazioni, gli enti locali e nazionali, si sono incontrati nelle sale della Red Crescent Society di  Ramallah /Al Bireh, in Palestina, per affrontare le tante sfide che l’attività apistica regionale pone in un periodo di profondi e pericolosi cambiamenti climatici.

Tra le relazioni presentate quelle del presidente di Apimed Vincenzo Panettieri e di Lucia Maddoli di Felcos Umbria, il vice direttore del programma Fao per Cisgiordania e Gaza, Azzam Saleh, esperti della materia dalle Università di Torino, Al-Najah di Nablus, Al-Quds ed Hebron, i responsabili delle cooperative di apicoltori di Jenin e Ramallah e vari tecnici del Ministero dell’Agricoltura Palestinese e del Narc, il centro nazionale di ricerca in agricoltura. In video conferenza sono intervenuti gli apicoltori algerini e libanesi, impossibilitati a raggiungere Ramallah dal divieto di ingresso israeliano.

Il Forum, dedicato alla memoria di Francesco Ruini, esperto apicoltore di Reggio Emilia, cooperante, tra i fondatori di Conapi, scomparso a 66 anni lo scorso settembre in Ghana, è stata infine l’occasione per annunciare l’allestimento dei due centri di assistenza tecnica delle cooperative di Ramallah e Jenin.

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DIECI ANNI DI FORUM

Il Mediterranean Beekeeping Forum (Mbf), organizzato dalla Federazione degli Apicoltori del Mediterraneo (Fed Apimed), nasce a Foligno, in Umbria, nel 2007 su iniziativa di Apau-Associazione Produttori Apistici Umbri, Felcos Umbria e Comune di Foligno.

Da allora rappresenta un’unica e fondamentale occasione di dialogo e incontro tra apicoltori del Mediterraneo e ha permesso la nascita di una rete di 24 membri, tra associazioni territoriali e cooperative apistiche, in 12 paesi (Italia, Marocco, Francia, Tunisia, Algeria, Libano, Albania, Palestina, Iraq, Giordania, Egitto e Turchia), con il coinvolgimento di istituti di ricerca, enti locali e nazionali e organizzazioni internazionali.

Alla base di Mbf sta la condivisione di conoscenze ed esperienze a fini di difesa e promozione dei luoghi e dell’attività apistica, ma anche l’arricchimento culturale attraverso lo sviluppo economico e umano. I principali obiettivi del Forum sono il supporto al settore apistico nell’area mediterranea, la promozione della produzione apistica territoriale e certificata, la definizione di norme comuni, la trasparenza e l’apertura di nuove mercati nell’area, la creazione di un brand di qualità, la salvaguardia delle api da miele e dei loro ecosistemi.

Dal 2007 si sono svolti dieci Forum, ospitati in Italia, Marocco, Libano, Tunisia e Algeria. Quest’anno si torna a Ramallah, in Palestina.

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BEE THE CHANGE

Il Forum si è svolto in Palestina, dove è in corso il progetto Bee the Change, realizzato da Felcos Umbria, finanziato da Aics e Regione Umbria, in collaborazione con numerosi partner italiani e palestinesi

L’obiettivo di promozione del reddito e del lavoro in un’economia svantaggiata è realizzato attraverso la formazione di apicoltori e apicoltrici e delle donne dell’associazione Aowa, da anni impegnata nella produzione di saponi e oli essenziali; l’allestimento di due centri di lavorazione e vendita del miele; il rafforzamento delle capacità imprenditoriali delle organizzazioni locali; e l’avvio di una nuova coltivazione di piante aromatiche per l’estrazione di oli essenziali.

Per informazioni sul progetto, i suoi obiettivi e i risultati: https://www.beethechange.it/

Minoranze Cristiane: VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, ATS pro Terra Sancta e Fondazione Giovanni Paolo II per la protezione delle comunità cristiane di #Betlemme e il dialogo interreligioso in Terra Santa

Gersusalemme, 26 Marzo 2020 – Nonostante l’emergenza epidemiologica in corso in tutto il mondo, e con la speranza di tornare presto alla normalità, procede il lavoro di Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo sul fronte del sostegno alle Organizzazioni della #SocietàCivile impegnate nella realizzazione di progetti di cooperazione nei paesi partner.
In #Palestina, nel quadro del Bando per supportare le minoranze cristiane, il progetto “Integrazione socio-economica delle minoranze cristiane in Terra Santa attraverso la tutela del patrimonio artistico, gastronomico e ambientale locale” è risultato vincitore insieme ad altre 3 proposte, a conferma del ruolo rilevante giocato dal terzo settore nei Territori Palestinesi. Grazie ad un budget di 559,500 EURO (contributo AICS pari all’89,3 % del totale) e per una durata di 24 mesi, l’iniziativa vedrà collaborare tre diverse OSC italiane con partner locali laici e religiosi, in quest’ultimo caso rappresentanti dai principali ordini cristiani in Terra Santa: francescani, salesiani e lasalliani.

Con l’obbiettivo comune e trasversale di incentivare il dialogo interreligioso e promuovere una cultura di pace, il progetto prevede una chiara divisione del lavoro tra le tre organizzazioni: se il VIS sarà impegnato con l’Università di Betlemme sul versante della formazione professionale, della promozione di opere sociali e del recupero di spazi da destinare alla comunità locale, ATS si dedicherà ad attività di ristorazione e accoglienza gestite da donne cristiane in condizioni vulnerabili mentre la Fondazione Giovanni Paolo II punterà su formazione ed impiego nel settore artigianale ed artistico.
Lo scopo generale del bando, e del progetto in particolare, risulta proprio contenere questo costante esodo delle comunità cristiane dai Paesi partner e in particolare dalla terra Santa, attraverso un incentivo alle possibilità occupazionali e di formazione professionale, con l’auspicio di invertire il trend e rendere le stesse minoranze protagoniste del dialogo interreligioso.