Deviazioni positive nella cooperazione allo sviluppo in Palestina

Operatori italiani, palestinesi e internazionali partecipano al workshop organizzato da AICS Gerusalemme su positive deviance e adaptive leadership

Dorthe, Lars e Lavinia conoscono bene la Palestina e le attività di cooperazione in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme Est. Hanno già realizzato diversi workshop qui e avuto occasione di diffondere l’approccio e la metodologia che intendono condividere ora con i partner della Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo: positive deviance e adaptive leadership. Che in altre parole significano flessibilità nei contesti in cui si opera, rinnovata partecipazione delle comunità locali al processo identificativo e di implementazione, fornire strumenti e prospettive di adattamento ai leader delle organizzazioni.

Sembra teoria ma si parla di problemi reali, di come gli esperti possano uscire dai panni di soccorritori venuti dal primo mondo per mettersi ad un livello di confronto e collaborazione orizzontalecon i partner locali. I veri esperti non vengono da fuori, sono già nelle comunità.

Si comincia cambiando la disposizione delle sedie, una forma circolare pronta a riunirsi in piccoli gruppi di lavoro, per poi spingersi nei meandri di un cambiamento di impostazione, mind-set, necessario per accogliere il rovesciamento che i principi della positive deviance intendono perseguire. A partecipare a quest’entusiasmante due giorni di workshop sono rappresentanti di organizzazioni della società civile italiane e locali, a cui il secondo giorno si uniscono anche esponenti delle Agenzie UN in Palestina che hanno già sperimentato l’adozione della positive deviance.

I problemi delle comunità palestinesi sono lì, pronti per essere affrontati, e si distinguono in due tipi: la mancanza di un servizio o il persistere di un comportamento dannoso. Questa seconda tipologia riguarda la positive deviance, la ricerca di Champions, di pratiche virtuose perché fuori dal coro eppure percorribili, da analizzare con le comunità per poi diffonderle. Si tratta di un’impostazione e una metodologia nuove, con la comunità locale al centro di tutto il processo: sono loro a porre le domande, a darsi le risposte, ad individuare gli indicatori appropriati. Non sono buone pratiche, ci tiene a precisare Dorthe: quelle sono eccellenze da ammirare, qui invece parliamo di comportamenti quotidiani alternativi, capaci di produrre condizioni migliori, avvicinarci alla soluzione del problema.

E gli esempi non mancano, uno per tutti. Vietnam, malnutrizione infantile, anni Novanta. L’approccio della positive deviance viene usato per indagare come sia possibile che alcuni bambini, in condizioni di vita difficili come il resto del campione in analisi, presentino segni di malnutrizione meno gravi degli altri. L’indagine, resa possibile dalla giusta domanda (ci sono bambini ben nutriti provenienti da famiglie ugualmente povere?), rivela che alcune pratiche hanno reso possibile questa deviazione positiva: i genitori hanno inserito nei pasti piccoli gamberi e granchi, pieni di proteine, o foglie di patate dolci, mentre altri genitori ne ignoravano l’apporto nutritivo, o ancora hanno dato ai propri figli tre/quattro piccoli pasti al giorno invece di due, o ancora si sono curati del momento del pasto evitando dispersione di cibo e una corretta alimentazione. Queste pratiche distanti dalla norma, una volta introdotte in un gruppo allargato, hanno consentito attraverso l’esperienza diretta di diffondere comportamenti virtuosi e intervenire direttamente sul problema della malnutrizione, al di là del semplice scambio di informazioni. Ecco come le deviazioni positive possono servire alla cooperazione allo sviluppo.

Quando ai partecipanti del corso viene chiesto di esplorare i problemi dei propri progetti e individuare strade percorribili per l’identificazione di deviazioni positive, problemi della società palestinese come l’abbandono della scuola o la scarsa partecipazione femminile alla vita pubblica vengono re-inquadrati sotto la luce alternativa offerta dal Lars, Dorthe e Lavinia. A piccoli gruppi i partecipanti si uniscono per condividere problematiche e soluzioni, parlandone poi con il gruppo intero e recependo le indicazioni reciproche. Curiosità e soddisfazione sono palpabili, nessuno si tira indietro, lo scambio funziona.

L’approccio è stato introdotto in Palestina due anni fa ed è stato applicato in diversi ambiti, dall’empowerment economico femminile alla co-partecipazione di uomini e donne al lavoro domestico – ci raccontano i rappresentanti di agenzie UN che hanno costituito l’”innovation lab”, ambiente in cui avviene scambio e confronto delle pratiche di positive deviance. Più di duecento “deviazioni positive” sono state individuate nelle comunità palestinesi, attivando la condivisione di comportamenti accessibili a tutti e capaci di migliorare la quotidianità. A partire da questo incontro, anche le organizzazioni italiane e palestinesi presenti sono state invitate a far parte del laboratorio di innovazione. Il giro si allarga, l’informazione circola.


Salutiamo e ringraziamo Lars, Dorthe e Lavinia, grazie ai quali abbiamo imparato a interrogarci al contrario, a ribaltare il nostro punto di vista e a considerare l’acqua che c’è nel bicchiere quasi vuoto, senza soffermarci troppo su tutto quel vuoto che le sta sopra.

 

 

Una nuova opportunita’ abitativa per la popolazione sfollata nel quartiere Al-Nada a Gaza

20 Novembre 2019 – Quasi ultimati i lavori interni ed esterni nelle abitazioni del quartiere Al-Nada a Gaza, dove le famiglie sfollate dal 2014 attendono di rientrare non appena i collegamenti elettrici ed alcune finiture verranno completati.

La comunità di Al-Nada, che ha attivamente partecipato al progetto di ricostruzione a credito di aiuto finanziato dal Governo Italiano, per un ammontare complessivo di 15 milioni di euro, ha mostrato grande soddisfazione e gratitudine per un intervento svoltosi con regolarità e rispettando la tabella di marcia prevista dal Piano Operativo, tanto nella componente strutturale dei vari edifici coinvolti quanto nella riabilitazione degli spazi aperti e comuni.

I risultati e il completamento dei lavori, che prevedono l’avvio di altri due importanti interventi nell’area, sono stati discussi con il Ministro dei Lavori Pubblici Prof. Mohamed Ziara durante un meeting svoltosi ieri con il Console Generale d’Italia Fabio Sokolowicz e il Direttore AICS Gerusalemme Cristina Natoli.

Prossimamente si svolgerà una cerimonia per la consegna degli appartamenti all’ansiosa comunità di Al-Nada.

 

 

 

 

 

AICS e Procura Generale per il miglior interesse dei minori palestinesi

Ramallah, 12 Febbraio 2020 – Importanti risultati raggiunti e nuovi obbiettivi per difesa e garanzia dei minori palestinesi sono emersi dall’incontro tra il Direttore di AICS Gerusalemme Cristina Natoli e il Procuratore Generale Palestinese Akram Al-Khatib.

Il nuovo progetto italiano IN YOUR INTEREST, che prevede supporto al bilancio a Ministero degli Affari Sociale e Procura Generale e attività in partnership con UNICEF a Gaza e organizzazioni della società civile italiane, intende tutelare il miglior interesse del minore, tanto in conflitto con la Legge quanto a rischio di delinquere, attraverso un lavoro di prevenzione e riabilitazione con istituzioni scolastiche, famiglie, autorità giudiziarie e servizi sociali.

Cristina Natoli ha evidenziato i felici risultati conseguiti da precedenti progetti con la Procura Generale e ribadito piena fiducia per la futura realizzazione di IN YOUR INTEREST.

Il Procuratore Generale ha ringraziato AICS dell’indispensabile supporto fornito ai Dipartimenti di Giustizia Minorile e Family Protection, sottolineando quanto sia decisivo il lavoro di awareness da intraprendere insieme per persuadere l’opinione pubblica palestinese che il minore in conflitto con la Legge va considerato una vittima, non un colpevole, da aiutare e reinserire nel corpo sociale.

Storie brevi e illustrazioni per raccontare il Programma di aiuto umanitario italiano in Palestina

Gerusalemme, Aprile 2019 – Dopo quasi un anno di lavoro siamo felici di distribuire, fisicamente ed on-line, la nuova pubblicazione AICS relativa al Programma Emergenza 2017-2018.
Con l’obbiettivo di proseguire il percorso intrapreso con la pubblicazione precedente, che attraverso l’arte del disegno (autrice Gail Gosschalk) intendeva mostrare comunità e benefici toccati dal Programma, abbiamo stavolta deciso di abbinare illustrazioni altrettanto significative (autore Mohammad Amous) con racconti brevi di finzione, scritti dal nostro Communication Officer Marco Giallonardi.

Cover Book Story FINAL 20-3-2019F

Il racconto breve, a prima vista un genere lontano dalla comunicazione adottata dal terzo settore, si dimostra nei sette racconti che compongono il libro uno spazio ideale per esplorare storie di vita possibili, desunte dalle ricerche svolte sul campo e tra le comunità beneficiarie. Finzione ma aderenza totale a problematiche, conflitti, speranze e soluzioni concrete che i nostri interventi hanno incontrato durante l’implementazione, che attraverso la forma del racconto vogliono comunicare con maggiore empatia.
L’abbinamento di due disegni per ogni storia (un landscape a due pagine per entrare ne dettaglio delle attività di progetto, un portrait che si sofferma su un momento particolare) e di una scheda finale intende creare uno storytelling alternativo, per cui si seguono prima le vicende dei personaggi di finzione, quindi la forma che riescono ad assumere grazie alle illustrazioni, infine si analizzano i numeri dell’intervento.

Grazie a tutti i partner che hanno contribuito a questo lavoro (Oxfam in the Occupied Palestinian Territory & IsraelTerre des Hommes Italia in Palestina أرض الإنسان ايطاليا في فلسطينOverseas onlusVento di Terra ONGCISP Sviluppo dei PopoliDISVI Disarmo e SviluppoEducAidGvc OnlusCesvi OnlusMAAN Development Center مركز العمل التنموي /معا)
ai beneficiari che ci hanno ospitato in scuole, abitazioni private, centri comunitari, spazi polivalenti e quant’altro, raccontandoci le proprie vicende di vita
agli autori delle storie e delle illustrazioni (Mohammed Amous e Marco Giallonardi)
al Consulate General of Italy in Jerusalem per l’affiancamento e il confronto su testi e illustrazioni.

La pubblicazione in PDF e’ disponibile al seguente link: https://bit.ly/2UseOM2