Abla e i giochi educativi per i cittadini del futuro

Dalla finestra del moderno ufficio di Abla arriva il frastuono di una normale giornata a Jenin. Dentro il suo ufficio, l’aria è leggera e calma, e il suo entusiasmo cancella ogni traccia del pesante passato di devastazione. Anche se la vita oggi scorre con vivacità, la città di Jenin, la più settentrionale della Cisgiordania, mostra ancora le ferite dell’intervento militare israeliano che nel 2002 costò almeno 600 morti e la demolizione di centinaia di case. La priorità è ricostruire la quotidianità, trovare un lavoro, crescere i figli con fiducia e speranza.

Per una donna in Palestina non è mai facile avere un impiego e quando lo trova, perderlo è un dramma. Da questo dramma è passata anche Abla, che però è riuscita a ribaltare il suo destino, diventando un’imprenditrice di successo nel settore dei giochi e dei giocattoli per bambini di età prescolare.

Riprendersi dallo choc subito in seguito all’improvviso licenziamento, dopo trent’anni di occupazione in un’associazione che gestiva programmi educativi infantili e per la formazione di maestre, non è stato semplice. “Un danno può anche darci dei vantaggi”, ci confida. Quando il Business Women Forum la coinvolge nel Programma finanziato dalla Cooperazione Italiana, le si apre una nuova prospettiva che la sottrae dalla rassegnazione.

Abla non si è arresa, ha continuato a lavorare nel settore, accettando nuove sfide per sé e per i cittadini del futuro: i bambini.

Quando ci accoglie nel suo luminoso ufficio arredato in stile occidentale, vestita in rosa, ci mostra subito i disegni da cui sono nati alcuni dei suoi giochi educativi: animali costruiti con il legno, libri, carte.

Questo si chiama ‘Loto’. Si gioca con 24 figurine diverse tra di loro per abituare l’occhio a distinguere una figura dall’altra; e qui ci sono delle schede, che il bambino deve riempire associandole alla figura” ci racconta, con un sorriso brillante, mostrandoci quello che ha a disposizione sulla scrivania.

Molti asili hanno cambiato il loro metodo educativo usando i miei giochi e i miei libri” ci racconta Alba, sottolineando che “ai bambini bisogna dare un ruolo, renderli responsabili nel gioco e dar loro il tempo e lo spazio necessari per l’autosviluppo e la stimolazione dell’immaginazione”.

“Attraverso i corsi di formazione, realizzati dalla Cooperazione Italiana, ho riorganizzato le mie idee, so quello che serve e quello che non serve. Ho imparato a fare un elenco delle priorità, so pianificare il mio tempo, sono attenta ai costi di produzione e alla fattibilità. Ricevo una consulenza individuale. Vorrei dare ai miei prodotti un marchio e registrarli al Ministero del Commercio. Il corso, inoltre, mi ha dato la possibilità di confrontarmi con le esperienze di altre donne e mi ha fatto comprendere la strada da seguire e dove voglio arrivare per accedere a un degno guadagno.”

Il ruolo di Abla è diventato centrale sia per i bambini sia per i genitori.  La sua, infatti, è una presenza di guida, indispensabile per aiutare madri e padri, spesso inesperti e disorientati, ad affrontare l’educazione della prole che inevitabilmente assorbe la paura, l’atmosfera sospesa della zona e la presenza di un enorme campo profughi adiacente al centro della città.

 “Alla prima fiera di giocattoli educativi, realizzata in collaborazione con un’associazione locale, la curiosità era tanta da parte di tutti e per la prima volta ho visto i bambini giocare con i miei giocattoli intelligenti” spiega Abla ancora emozionata per l’attenzione e per le domande rivoltale dai più piccoli. Si sa, le domande di un bambino sono sacre e bisogna rispondere con serietà. Così ha fatto lei, con la pazienza che la contraddistingue.

L’amore per il suo lavoro traspare anche dai suoi nuovi progetti: “Vorrei aprire uno spazio all’aperto, senza barriere, per aiutare a sviluppare le attività motorie ai bambini con disabilità e insegnare ai più piccoli l’importanza del rispetto dell’ambiente. Vorrei vendere i miei giocattoli non solo qui a Jenin, ma in tutta la Cisgiordania.” ci racconta e ci svela che per quest’anno progetta di sviluppare quindici nuove idee per valorizzare sempre più l’unicità delle sue creazioni.